L’associazione “Artigiani di strada APS” nasce con l’intento di difendere e valorizzare le istanze rappresentate dalle piazze artigiane: saperi e storie locali, forme di sostenibilità e micro economie circolari che guardano in modo innovativo e dinamico al futuro.
Non siamo e non vogliamo essere il museo che racconta soltanto antichi mestieri , ma un saper fare che è un bene collettivo, insieme di abilità, apprendistati, conoscenze delle materie antiche e nuove, idee che ripensano forme di sostenibilità e immaginano nuovi oggetti non schiacciati dall’omologazione delle merci a basso costo. In un contesto caratterizzato da forti dinamiche di cambiamento, noi animiamo le piccole filiere locali, diamo vita agli scarti e favoriamo l’economia circolare in forme sperimentali e innovative. Siamo l’alternativa alla sovrabbondanza delle cose e alla logica dell’usa e getta, non ci misuriamo con il mercato globale ma reinventiamo i mercati locali in un rapporto intimo e dinamico con le realtà regionali. Coltiviamo un’organizzazione del lavoro individuale e/o familiare e ricaviamo sostentamento con la vendita diretta dei nostri manufatti nel luogo di produzione o in mercati specifici e/o tradizionali.
Ideazione, creazione e vendita diretta sono elementi inscindibili del nostro lavoro. E’ l’auto-lavoro che organizza liberamente i modi e i tempi per l’attività lavorativa, un lavoro in proprio che non è attività d’impresa. La nostra produzione avviene nelle nostre abitazioni o in laboratori in zone non di pregio, per questo riteniamo necessario poter accedere liberamente (con la sola domanda di concessione di suolo pubblico) ai nostri mercati ed alle nostre piazze tradizionali. Non possiamo essere considerati artigiani all’interno dei nostri laboratori e sottostare alle leggi sul commercio quando ci troviamo al di fuori, equiparando in questo modo chi compra e rivende beni con chi produce in proprio. Non siamo imprenditori artigiani così come definito dalle leggi sull’artigianato, non facciamo cioè lavorazioni in serie, standardizzate, automatizzate. Il nostro lavoro non può essere considerato un’impresa tout court, con identici oneri burocratici e contributivi. Non contempliamolo sfruttamento altrui e siamo l’alternativa concreta a quel modello di crescita forsennata stabilito dal sistema economico attuale, perché quel sistema opprime e limita fortemente l’attività e soprattutto la creatività. Il nostro lavoro non è improntato a produrre tanto nel minor tempo e costo possibile. Non usiamo capitale per produrre altro capitale, per questo, l’impresa anche quando artigiana è diversa dall’artigiano manuale. I nostri eventi raccontano le civiltà passate, le arti dei mestieri manuali che hanno attraversato la vita e la storia dell’uomo, oltre che essere precursori di tecniche di lavorazione per le nuove materie, che qualcuno potrà sviluppare anche in processi industriali.
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